mercoledì 24 ottobre 2012

Interpretare i sogni, oggi: che cos'è cambiato

A San Lazzaro di Savena, nello Studio di Psicoanalisi e Psicodramma, hanno messo in programma un corso breve d'interpretazione dei sogni, rivolto agli adulti. E prima di farlo mi hanno chiesto se pensavo che fosse ancora utile in un'epoca come questa.
Oggi, epoca in cui possiamo avere quasi tutte le informazioni che vogliamo con un semplice "clic" che cosa possiamo dire di nuovo sui sogni?



Parlo ora con l'esperienza di migliaia di ore da psicoterapeuta freudiano. Capire il significato dei sogni è ancora difficilissimo per tutti e ancor più difficile è accettare, cioè ammettere alla coscienza quotidiana, il materiale latente e il messaggio che i sogni ci rivelano.

Penso che il valore di un corso sull'interpretazione dei sogni, naturalmente fatta col metodo psicoanalitico, sia un'utilissima premessa per chi vuole conoscere bene se stesso. Penso che le persone migliorino molto quando si conoscono e smettono di avere paura di ciò che portano dentro.



 

sabato 20 ottobre 2012

La Prima Coppia



Anche oggi voglio inserire un interessante spunto dal libro "Romanzi di coppia" di A. Rapaggi, restiamo sul tema coppia in vista anche del convegno del prossimo 24 novembre di cui potrete trovare maggiori info nella sezione news.

Nicoletta

Partiamo dal presupposto che l'adulto sia il risultato della somma tra la sua tendenza naturale e l’ambiente affettivo, rappresentato dalle molte esperienze emotive, cognitive e relazionali che s'intrecciano nel tempo della sua formazione.

Accettando questo assunto di base, cercheremo di chiarire che cosa succede nelle coppie adulte.

Consideriamo la prima coppia umana universalmente riconosciuta: la coppia mamma-figlia/figlio.
(In questa prima descrizione considero la coppia classica, rimandando a pagine successive le osservazioni sui vari tipi di coppie attuali, figlie delle mutate condizioni di vita e di cultura).

Dico subito che userò indifferentemente il genere maschile o femminile, a caso, quando parlerò dei bambini, poiché in italiano non esiste un vocabolo neutro per definire l'insieme dei due generi. A meno che non mi riferisca ad una persona specifica.

Distinzioni
Nonostante la dichiarata volontà di trattare tutti i figli allo stesso modo, è palese, soprattutto in chi osserva e deve riparare i danni psicologici, che le mamme hanno differenti modi di accudire un figlio o una figlia, un introverso o un estroverso, un figlio unico, un primogenito o un secondogenito, o l’ultimo della “covata”. Insomma, è abbastanza palese, e mi pare anche comprensibile, che le madri, prima dei padri, risentano della loro tendenza naturale, del genere femminile, della posizione nella famiglia e di come sono state trattate a loro volta a causa di queste variabili.

A proposito della differenza naturale dei due sessi, segnalo una ricerca abbastanza recente (2011) condotta da Marco Del Giudice, pubblicata sulla rivista Public Library of Sciences. Del Giudice ha intervistato un campione di 10.000 soggetti, insieme ai suoi colleghi della Manchester Business School, e ne ha dedotto che le femmine e i maschi presentano differenze sostanziali: per quanto riguarda le femmine sono molto più forti soprattutto nel campo della sensibilità, e anche del calore e dell’apprensione, mentre per quanto riguarda i maschi, hanno dimostrato una netta supremazia nel campo dell’equilibrio emotivo, della coscienziosità e della dominanza.
Devo notare che per quanto il campione descritto fosse numeroso e scelto in due nazioni con culture diverse, non trovo che abbia raggiunto scientificamente l’obiettivo di dimostrare, con sicurezza, che maschi e femmine siano diversi per natura. E mi dispiace. Ci descrive un’ipotesi molto probabile e ci permette di considerarne le conseguenze; dimostra che da adulti maschi e femmine sono diversi, ma non distingue le variabili acquisite nell’ambiente da quelle precedenti la nascita. In questo modo non dice quanto questa diversità possa essere naturale e quanto complicata dal comportamento genitoriale. Tuttavia fa un po’ di chiarezza su un tema che dopo gli anni ’70 era stato vittima di confusioni culturali e sociali, tuttora esistenti. Intendo dire che si era spesso confuso il diritto ad avere le stesse possibilità da parte di maschi e femmine, con il modo con cui gli uni e le altre riescono ad arrivare al medesimo obiettivo.
Altre ricerche, le ultime nell’ambito della teoria dei neuroni specchio, ci confermano che il bambino e la bambina crescono interiorizzando e portando con sé quel trattamento differente iniziale. Anche queste ricerche non sono complete per il semplice fatto che esaminano un solo aspetto del carattere: quello acquisito. Ma restano un contributo molto importante per gli scettici.


Il bambino e la bambina, dunque, si presentano al mondo con il loro bagaglio di tendenze naturali, interiorizzano le modalità relazionali dell’ambiente, partendo da quelle della madre, e cercano di conciliare se stessi con gli altri. In questo tentativo automatico, dunque non cosciente, ricorrono a diversi meccanismi di difesa: rimuovono inconsciamente le emozioni che non sanno gestire quando sono ancora troppo piccoli per farlo, le negano, le spostano, le trasformano in sintomi visibili, cercano di esorcizzarle, le proiettano su altri, e infine rinforzano i comportamenti di cui si fidano di più, quelli conformi alla loro natura. In ogni caso, riportano nelle relazioni future il bene e il male che hanno interiorizzato nella prima parte della loro vita, quella in cui sono stati più dipendenti, e lo fanno quasi sempre in modo altrettanto automatico e inconscio.

Lo sviluppo della personalità avviene così, come in un percorso ad ostacoli, dove chi è trattato in modo sereno vede bene che cosa evitare e che cosa utilizzare, e chi invece è gestito in maniera non equilibrata, contraddittoria, interiorizza l’ansia che caratterizza il conflitto psichico, immaginando pericoli inesistenti, e si prepara continuamente ad affrontare una fantasmatica figura di “drago sputa fuoco” che l’aspetta dietro ogni l’angolo della vita.

Maschi e femmine hanno due modi diversi di reagire alla conflittualità psichica della madre, e in seguito del resto della famiglia, e questo dovrebbe spiegare meglio le ricerche tipo quella di Del Giudice. 

Ad un sintomo simile, lo stato d’ansia palese per esempio, corrispondono mediamente atteggiamenti e comportamenti tipici del genere a cui appartengono i soggetti. Anche i meccanismi di difesa, che come ogni altra parte del carattere, si sviluppano ad ogni successo e regrediscono ad ogni insuccesso, danno l’impressione che chi segue il tratto di genere, maschile o femminile, sia più sicuro di chi non lo può seguire.


Arrivati all’età adulta, i maschi e le femmine hanno un atteggiamento diverso anche nei confronti della psicoanalisi. I maschi mediamente ritengono di poter risolvere i problemi ragionandoci da soli, o con l’assistenza di un consulente psicologo. Solo in extremis ammettono la necessità di farsi aiutare da uno psicoanalista in grado di raggiungere la radice dei problemi, ammettendo che questi possano essere di origine affettivo-sessuale e dominati dall’inconscio. Le femmine viceversa sono attratte dalla possibilità di conoscere questo aspetto profondo del carattere, e seguono il percorso affettivo-sessuale con particolare sensibilità.


venerdì 19 ottobre 2012

giovedì 18 ottobre 2012

un consiglio utile dal testo "romanzi di coppia" - L'uso strategico del quaderno


Questo nuovo post intende dare un consiglio validissimo estrapolato dal testo "Romanzi di coppia" del dott. A. Rapaggi. Certamente si rivelerà molto utile per tutti coloro che intendono intraprendere la strada di psicoterapeuta.Auguro, pertanto, una buona lettura.

Nicoletta

L'uso strategico del quaderno
I miei allievi sanno quanto mi prema che un professionista impari ad usare il quaderno (oggi migliorato di molto dal suo sostituto elettronico).
Il quaderno, o meglio il computer, ha la funzione iniziale di raccogliere le informazioni della psicodiagnosi, test compreso.
Contiene le impressioni che l'analista ricava dai primi colloqui, e la sua diagnosi.
Ha una parte iniziale in cui è suggerita la soluzione psicoterapeutica ritenuta ottimale, e quella, a volte differente, che ha accettato il/la paziente. Con tutti i dettagli necessari.
Raccomando che questa parte sia curata, ragionata, stesa in più momenti.
Con il computer è diventato più facile ritornare su una riflessione, aggiungere, correggere, cercare riferimenti teorici, trovare dei precedenti e fare associazioni successive.
Personalmente alterno l'uso dei due strumenti, preferendo il quaderno per la strategia generale e il computer per l'analisi dei sogni o per racconti complessi. Ma per semplicità ora parlo del quaderno lasciando che ognuno intenda lo strumento che preferirà usare.
Una volta iniziate le sedute, il quaderno non deve trasformarsi in mero raccoglitore di sogni e racconti del paziente.
Se l'analista si limita a scrivere, cioè a riprodurre quello che gli dice il paziente, il quaderno diventa un ostacolo all'analisi anziché un aiuto. In questo senso avrebbero ragione quei colleghi che preferiscono farne a meno. O quei colleghi che, usando mettersi in poltrona di fronte al paziente, lo ritengono utile a distrarre lo sguardo.
Il quaderno invece assume la sua vera utilità quando contiene:
  • la psicodiagnosi, completa di test;
  • l'obiettivo della cura:
  • la strategia che si ritiene più utile seguire e le verifiche periodiche della sua validità;
  • eventuali strategie alternative in presenza di cambiamenti, anche dovuti ad eventi esterni imprevisti;
  • l'elenco dei meccanismi di difesa più utilizzati e/o abusati dal paziente;
  • la frequenza del ritorno dell'argomento ritenuto centrale e le associazione ad esso collegate;
  • le verifiche dei momentanei regressi sintomatici;
  • l'andamento del transfert;
  • le riflessioni autoanalitiche del controtranfert;
  • i miglioramenti consolidati;
  • la strategia finale per l'accompagnamento progressivo al distacco consapevole.



mercoledì 17 ottobre 2012

Dalla prefazione del nuovo libro "Romanzi di Coppia"


La tendenza relazionale naturale è un punto a mio avviso decisivo, per chiarire e aiutarci a risolvere i conflitti 
intra-psichici e quelli riportati successivamente nella relazione di coppia. 

E’ decisivo perché ci spiega che cosa succede per effetto della necessità di adattamento all'ambiente. 

L’adattamento all'ambiente è successivo ad una vera e propria interiorizzazione, fenomeno oggi incontestabile, dopo la formulazione della teoria dei neuroni specchio. Si tratta del fenomeno fisiologico di rispecchiamento di ogni gesto, suono, atteggiamento, che l’individuo vede fare in chi lo accudisce o gli vive accanto. Il fenomeno assume particolare valore nella fase della formazione della personalità a causa della crescita molto più veloce delle cellule neurali. In pratica, per effetto di questa maggiore velocità di sviluppo neurale, un bambino impara molto ma molto più facilmente di un adulto; inoltre va sottolineato che tanto più è piccolo, tanto più impara dall'esempio, piuttosto che dalle parole. 

L’interiorizzazione provoca uno scontro dai contorni anche gravi, tra la tendenza relazionale naturale e le pretese relazionali delle persone di cui il neonato ha bisogno. Il risultato di questo scontro è la distorsione caratteriale; una distorsione che la persona cercherà sempre di risistemare, nel corso di tutta la sua esistenza, utilizzando tutte quelle altre persone che il suo inconscio ritiene adatte ad “aiutarla”. Il conflitto perenne, o nevrosi, è fatto di coazioni a ripetere che partono sempre dalla stessa scena e hanno sempre lo stesso obiettivo, pur mutando gli attori.

Fonte: Romanzi di Coppia A. Rapaggi

mercoledì 10 ottobre 2012

Tre buone nuove:


  • al convegno di novembre sarà relatore, oltre ad Alfredo Rapaggi anche Roberto Losso, il noto psicoanalista argentino autore di approfonditi studi sulle relazioni nella coppia e nella famiglia.
  • la direzione didattica dell'Istituto Mosaico Psicologie ha deciso di aggiungere alla presentazione di Psicodramma Analitico in programma a Bologna  il 13 ottobre, un'analoga presentazione presso Villa Santa Chiara a Verona, entro il mese di ottobre.
  • Sono iniziate le prove per le video interviste d'informazione sullo psicodramma analitico. Chi tra gli ex allievi volesse partecipare è pregato di rivolgersi alla direzione della scuola

giovedì 4 ottobre 2012

Il sociodramma in un'assemblea cittadina

www.scuoladipsicodramma.com

Succede abbastanza di frequente che un'ex allieva, o allievo, mi telefoni per chiedermi come fare in una data circostanza, è supervisione telefonica o telematica, ma in genere si tratta di ripassare le regole per un evento normale in cui può servire una delle espressioni del metodo psicodrammatico.
L'altra sera invece Laura, una coraggiosa psicodrammatista uscita dalla nostra scuola per affermarsi a Parma, mi ha telefonato un po' più concitata del solito. Valeva la pena che mi spaventassi, ma ero a fine sedute, quindi abbastanza scarico e l'ho semplicemente ascoltata.
Laura ha sempre idee molto coraggiose rispetto alla sua attuale esperienza ma è capace di portarle avanti con qualche semplice dritta.
In breve mi ha detto che la nuova giunta comunale della sua città in un'impeto di democrazia aveva deciso di far parlare i cittadini in una pubblica assemblea.
 L'idea era affascinante: invece di riunirli per fare le solite trite promesse tipiche dei politici, quel sindaco e quella giunta volevano ascoltare per poi cercare di agire seguendo i loro desideri. Un'idea che il marketing consce a memoria, ma che deve essere realizzata con gli strumenti giusti, altrimenti si rischia di ascoltare solo gli eterni scontenti e i disfattisti che di solito prendono in mano il microfono e non lo mollano più, togliendo agli altri ogni possibilità di partecipazione.
Poiché ci sembrava difficile poter proporre il sociodramma nella sua interezza, almeno per la prima volta, abbiamo deciso di proporne solo la parte iniziale, cioè la divisione in gruppi e un lavoro di raccolta dei temi e problemi proposti dai singoli. In questo modo tutti i presenti, qualunque fosse il loro numero, avrebbero potuto partecipare.
Raccontano i cronisti che qualcuno non ha accettato ed è uscito subito, che il vice sindaco ha appoggiato l'iniziativa e che l'assemblea è stato un succsso.
Siamo davvero soddisfatti. E' un'esperienza che andrebbe riproposta.



mercoledì 3 ottobre 2012

Psicodramma analitico integrato: presentazione di Alfredo Rapaggi

Lo psicodramma analitico elaborato nell'Istituto Mosaico Psicologie è integrato dalle tecniche di lettura psicologica del corpo e bioenergetica.

Ne nasce una tecnica psicoterapeutica molto bella e molto efficace che ha la caratteristica principale di essere utilizzabile in tutti i contesti delle relaziono umane: da quelle delle organizzazioni a quelle di famiglia e di gruppo, fino alla più profonda delle analisi individuali.

Verrà presentato a Bologna, presso la sede di Via Farini 3, sabato 13 ottobre dalle 9 alle 13 ai laureandi e laureati in psicologia e medicina.

Il direttore dell'Istituto resterà a disposizione per un'ora per ulteriori chiarimenti.